CONTRATTO SCUOLA
LA ‘POLPA’ DEL CONTRATTO (ED I POLLI D’ALLEVAMENTO)
Da: Unicobas Scuola
Federazione sindacale dei comitati di base
In 12 anni (e non 10) di blocco contrattuale, persino secondo gli esperti CGIL (vd. tabelle), abbiamo perso in media almeno 15.000 euro netti. Ora sappiamo che ‘a recupero’ (a chi andrà bene) ne arriveranno solo 300 (collaboratori, assistenti e docenti Infanzia e Primaria, in media, avranno meno). Sappiamo che gli aumenti del ‘contratto’ saranno persino inferiori a quelli già sottoscritti per parte del pubblico impiego (35 euro medi netti, anziché 45) e che con molta probabilità decorreranno (sempre se andrà ‘bene’) da Aprile (se non da Maggio). Del resto questo è quanto venne sottoscritto nel Novembre 2016 da Cgil, Cisl, Uil & C., a pochi giorni dal voto sul referendum (per l’effetto-annuncio di un rinnovo che stiamo ancora aspettando e che non bastò a Renzi per vincere). A fronte di una vergogna del genere, assistiamo al teatrino delle ‘trattative’ (che in realtà non possono prescindere da quanto già deciso), ai ‘fumogeni’ sulla del tutto presunta ‘contrattabilità del ‘bonus’ (modo per indorarne la pillola), all’assurdo della ‘spalmabilità’ contrattuale dei 500 euro della carta del docente (che, tassati, diventerebbero 300 netti) e ad altre amenità che coinvolgerebbero addirittura il Fondo di Istituto (già più che dimezzato da quando nacque). Alla categoria non resta che l’arma delle elezioni RSU: UNA NOSTRA LISTA IN OGNI SCUOLA CAMBIEREBBE DEL TUTTO I RAPPORTI DI FORZA, FAREBBE CROLLARE LA L. 107/15, RESTITUIREBBE LA TITOLARITÀ DI ISTITUTO, ELIMINEREBBE LA CHIAMATA DIRETTA E L’UMILIAZIONE DEL ‘BONUS’ DISCREZIONALE, RIDURREBBE IL NUMERO DI ALUNNI PER CLASSE, IMPORREBBE NUOVE ASSUNZIONI BASATE SULLE ABILITAZIONI CONSEGUITE E SUGLI ANNI DI PRECARIATO (SENZA GUERRA FRA POVERI), SGANCEREBBE LA SCUOLA DAL MONDO IMPIEGATIZIO E L’AGGANCEREBBE ALL’UNIVERSITÀ: FINALMENTE SI POTREBBE RICOMINCIARE A PRETENDERE RETRIBUZIONI EUROPEE ED UN SISTEMA PENSIONISTICO SANO ED EQUO, INVECE DI CONTINUARE A VEDER MASSACRARE SCUOLA, SANITÀ, WELFARE PER REGALARE SOLDI ALLA CASTA DEI PARTITI, AGLI SPECULATORI, ALLE BANCHE. Ma SE NON viene PRESENTATA materialmente in ogni scuola, non è possibile votarla. I sindacati ‘pronta-firma contano su questo: l’unico modo affinché restino SOLO I SOLITI NOTI, GLI UNICI A POTER FARE NELLE SCUOLE ASSEMBLEE IN ORARIO DI SERVIZIO. Così IL GIOCO si perpetuerebbe all’infinito. Occorre CAPOVOLGERE QUESTO GIOCO, FARE QUEL CHE LORO NON VOGLIONO: care colleghe e cari colleghi, NON POSSONO IMPEDIRVI DI CANDIDARVI E/O PRESENTARE E VOTARE LA LISTA UNICOBAS. Dopo il massacro della dignità dell’istruzione pubblica, NON È ACCETTABILE UN’ALTRA VITTORIA ELETTORALE DI CGIL, CISL, UIL & C. QUESTE ELEZIONI DECIDONO CHI RAPPRESENTERÀ LA SCUOLA PER 3 ANNI ALLA CONTRATTAZIONE NAZIONALE. Se così non sarà, il Paese subirà un altro duro colpo. Quale sarebbe l’immagine della scuola? Quella di insegnanti e personale Ata privi persino del coraggio DI PRESENTARE UNA LISTA NUOVA E DIVERSA NEL LORO POSTO DI LAVORO? NEL MICROCOSMO DELLA singola SCUOLA andranno a VOTARE ‘PIPPO’ CHE, COME il resto del corpo docente, NON HA AVUTO GLI ATTRIBUTI PER TENTARE IL CAMBIAMENTO E CHE, COME ‘PUPPO’ SI E’ CANDIDATO CON UNO DEI SOLITI NOTI? Qualora questo fosse il risultato, magari per quella stessa paura di esporsi che tanto viene criticata nel sistema incivile della mafia, allora la scuola perderebbe infine persino il diritto di lamentarsi, ennesimo territorio senza ratio, fra servi anemici e ‘combattenti’ da tastiera incapaci di rivendicare con dignità il proprio ruolo (un ruolo professionali centrale per il futuro del Paese). Non sarebbe paradossale, del resto, dopo tutte le denunce delle follie della L.107/15, ad onta della generale attesa delle elezioni per cambiare la politica del Paese, se s’affermasse l’incapacità (a questo punto cronica) di cambiare la rappresentanza sindacale proprio nella scuola dove si passa la maggior parte della vita per andare a votare per i sindacati di partito? Siamo ormai al bivio: o la dignità, la passione civile e la liberazione, o lo spettacolo indegno di gente che, dopo aver rivotato sempre allo stesso modo, continueranno a dire che è colpa ‘del sindacato’ (scambiando, come il solito qualunquista politicamente analfabeta, noi per loro e loro per noi).
Stefano d’Errico
(Segretario Nazionale dell’Unicobas – Cell. 335/5272588)