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Daniel Kis-Nagy
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Scuola, Boldrini e Fedeli presentano decalogo anti-bufale. Il progetto riguarderà 4,2 milioni di ragazzi
Un decalogo contro le bufale, una cassetta degli attrezzi per permettere alle ragazze e ai ragazzi di difendersi dalle false notizie che circolano in Rete. Lo hanno presentato oggi a Roma la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, dopo l’accordo lanciato lo scorso maggio a Montecitorio fra la Camera dei deputati e il MIUR. L’iniziativa fa parte di un più ampio pacchetto di azioni che il Ministero sta mettendo in campo per la prima volta sul tema del controllo delle fonti e per l’educazione civica digitale.
A cura di Patrizia Vayola
Mappa mentale, schema, esempi, approfondimenti.
Il termine inglese fake news (in italiano notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte[1], resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione. Tradizionalmente a veicolare le fake news sono i grandi media, ovvero le televisioni e le più importanti testate giornalistiche[2][3][4]. Tuttavia con l’avvento di Internet, soprattutto per mezzo dei media sociali[5], aumentando in generale la diffusione delle notizie, è aumentata proporzionalmente per logica conseguenza anche la diffusione di notizie false (wikipedia).
RAI SCUOLA
Ha indagato i meccanismi in cui usufruiamo, della dimensione fantasticata e fake nella comunicazione. La prima dimensione è quella del complotto; la seconda è il mistero; la terza è la redenzione del sé. Queste tre dimensioni unite creano la fake news perfetta
COMMISSIONE EUROPEA
La pagina ufficiale della Commissione europea sulla Consultazione pubblica sulle notizie false e la disinformazione online
RAI CULTURA
In questa puntata di “Zettel Debate. Fare filosofia” si parte dal fenomeno delle cosiddette “bufale” – ossia quelle notizie che non hanno alcun fondo di verità ma vengono spacciate come assodate – per poi cercare di capire cosa intendiamo con “verità” e anche indagare più a fondo il concetto di “post-verità”.
La questione della post-verità è tanto più pressante perché il web ha aumentato considerevolmente la circolazione delle “bufale”, tanto che ci si domanda se non si dovrebbe in qualche modo controllare il fenomeno.
Ma tutto ciò solleva diversi quesiti: cos’è che indichiamo con l’aggettivo “vero”? È sempre possibile raggiungere la verità o questa, piuttosto, è data da un processo di ricerca? E, infine, siamo proprio sicuri che la verità sia sempre auspicabile?